Il peschereccio-ristorante è affondato ma i progetti d’inserimento lavorativo continuano

Da una parte ci sono l’Associazione Italiana Persone Down e la cooperativa sociale (di tipo B) Parco del Mulino, dall’altra un peschereccio lungo 24 metri, tutto di legno, con una grande prua bianca e blu e un motore che non serve a correre sull’acqua. Perché al posto delle reti e dei salvagenti c’erano sedie e tavoli, in tutto cinquanta posti a sedere, con bancone cocktail e una grande cucina. Era ormeggiato nella Darsena vecchia di Livorno, di fronte ai Quattro Mori ed era un bar-ristorante galleggiante, unico e primo nel suo genere, gestito direttamente dalla cooperativa sociale. Camerieri e barman d’eccezione i ragazzi e le ragazze del Parco del Mulino. Questa storia ci racconta di un’Italia nuova ed inclusiva che nonostante gli eventi avversi e la sfortuna (il ristorante/peschereccio è affondato per il maltempo) si rialza con l’aiuto di una intera città, Livorno, e riparte con progetti originali e di grande valore sociale ed economico.

“Qualche tempo fa – racconta Daniele Tornar (Aipd di Livorno) – abbiamo ricevuto una telefonata a sorpresa da una onlus di Parma, “Crescere con noi”. Ci hanno spiegato di avere un peschereccio-ristorante ormeggiato a Viareggio, che di solito usavano per fare educazione alimentare e far divertire i bambini, anche quelli ricoverati al Gaslini, ma che non riuscivano più a gestire”. I beni di una onlus non possono essere venduti ma solo devoluti. “Ci hanno chiesto se fossimo interessati, e da matti quali siamo – sorride Tornar – abbiamo detto subito sì”.
L’imbarcazione è diventata di proprietà della Cooperativa Parco del Mulino, presieduta da Marco Paoletti. Il gruppo Neri si è offerto di trascinare il peschereccio a Livorno con uno dei suoi rimorchiatori. Dopo mille problemi burocratici è stato ormeggiato in Darsena, davanti al Gran Duca. “Abbiamo ottenuto l’assegnazione definitiva – riprende Tornar insieme a Paoletti – e per questo ringraziamo Capitaneria di porto, Authority e amministrazione comunale”.

La location è suggestiva. Un peschereggio-ristorante in mezzo ai pescherecci, con vista sul mediceo e sulla Fortezza Vecchia. “L’abbiamo immaginata subito come una possibilità in più di inserimento lavorativo per i nostri ragazzi”, spiega Paoletti. E anche come un’occasione, un’idea per la città: “Inserire questo angolo sul mare nelle offerte turistiche, nelle specialità della città, con eventi e cene a tema”. Molti di questi ragazzi affetti dalla sindrome di down hanno, infatti, il diploma di barman. Attraverso la Cooperativa, lavorano già al Parco del Mulino: fanno catering, gestiscono l’area attrezzata per i camper, un B&B e una pizzeria.
Gli ostacoli sul percorso non sono mancati: il Covid è stato solo l’ultimo della serie. “Sullo Stato non possiamo purtroppo fare affidamento ma il sostegno lo abbiamo trovato da parte del Comune di Livorno, da enti privati e da tutta la cittadinanza, che si è stretta intorno a noi nel momento in cui il peschereccio è affondato. La ripartenza ci sarà, ci sono tanti progetti in cantiere, ma nel frattempo la Cooperativa si impegna a far lavorare tutti i suoi ragazzi attraverso numerose iniziative e all’interno della sua struttura: il progetto lavoro non si ferma, ma è in costante cambiamento. L’ipotesi è di portare il Ca’Moro alla demolizione. In collaborazione con Uappala ripartiamo oggi con un’idea innovativa e fuori dagli schemi: una scuola di formazione per ragazzi con disabilità intellettiva. Grazie allo staff di Uappala Hotel i ragazzi del Parco del Mulino seguiranno un percorso di formazione per migliorare le loro competenze e diventare sempre più lavoratori autonomi perfettamente inseriti in un organico misto come camerieri e barman aspettando l’apertura di nuovi progetti”.