Viaggio nella foresta social dove ogni video è possibile

Mi guarda negli occhi, fissandomi senza sbattere le ciglia. Mentre parla provo anch’io questo estenuante esercizio facciale, ma dopo trenta secondi inizio a lacrimare. Ha il viso contornato di piercing: nel centro della fronte, nelle guance, due sulla lingua.
“Vorrei condividere la mia arte, voglio esprimermi con più persone possibili. Dal vivo fingono di interessarsi, è bruttissimo. Qui mi ascoltano tutti e chi non vuole va altrove, senza problemi”.

Sorride infastidito. Passa qualche secondo in silenzio. Si mette a braccia conserte. “Non dovrei essere qui secondo te? È un luogo libero. Sono qui per Allah, per ricevere la sua ricompensa riportando la sua parola”.

Abbassa gli occhi. Ha diciotto anni. Veste attillata sottolineando e mostrando le giovani e prosperose forme, ma stringe tra le mani una borsa dell’acqua calda con gli orsetti.
“I miei genitori non esistono. No, cioè… esiste mia madre… più o meno… Quella lì… Vabbe’. Scusami, ma devo andare. Ho detto che avrei fatto vedere il mio piede nudo dentro una scarpa con il tacco alto se mi mandano dei soldi”.

Risponde da dietro la mascherina. È spavaldo e se ne frega di tutto, irrispettoso delle regole e dell’ambiente circostante. In effetti, anche intorno a lui regna il caos, mentre una voce lontana tenta, inutilmente, di spiegare la regola di Ruffini e il teorema del resto. Gli domando come non abbia paura di essere sgridato.
“Non hai capito, è il professore che ha paura di me”.

Mangia biascicando, spesso mastica con la bocca aperta per far vedere l’interno della sua bocca satura di cibo. Racconta di sé, svela ricette culinarie, consiglia elettrodomestici e insegna a pulire la casa. Ogni tanto, quando è di buonumore, canticchia canzoni neo-melodiche italiane.
Ha gli occhi tutti neri, non c’è nemmeno uno spazio bianco. È truccatissimo. Parla di apocalisse, tatuaggi, macchine sportive, veganesimo. “Sono qui, penso come tutti, per cercare di avere un guadagno anche così. Why not?”
Si muove sinuosamente e non proferisce parola. Cerca e attende il consenso. Mostra il proprio corpo senza problemi, vende e svende attenzioni e centimetri di pelle.

Ha forti problemi di deambulazione e la neurofibromatosi facciale.
“Mi dicono che sto diventando molto famoso perché appartengo alla categoria dei disabili, qui noi siamo liberi”. Mi racconta di quanto supporto emotivo esista per le persone come lui. “Azioni banalissime come andare al supermercato o farmi un selfie vengono ammirate e definite formidabili. Mi fanno sentire un super eroe. Le persone non sono abituate a vedere la nostra quotidianità. I film e la televisione non ci lasciano spazio. Voglio abbattere gli stereotipi e aiutare le persone come me a sentirsi rappresentate e ad accettarsi. C’è sempre qualche stronzo che tenta di bullizzarci, ma… Anche se ci vorranno cent’anni anni, arriverà il momento in cui ognuno potrà finalmente essere ciò che è senza doversi vergognare e senza avere paura del prossimo. Io inizio da qui, mostrandomi”.

Vestita di rosa, di fronte a un microfono apposito, emette respiri, gemiti, suoni gutturali, dentali, soffi, fruscii, crepitii, parole sussurrate. Con le unghie lunghissime tocca superfici di varia natura per produrre differenti suoni. Dopo qualche minuto, prende un pennello e lo struscia sulla parte alta del microfono. Poi, è la volta delle forbici con le quali taglia i capelli utilizzando un manichino munito di parrucca. Mi spiega che tutto ciò si chiama ASMR (autonomous sensory meridian response, letteralmente, risposta sensoriale meridiana autonoma), una tecnica che provocherebbe una sensazione di rilassamento, dal cuoio capelluto al resto del corpo, e può risolvere problemi d’insonnia, di ansia, attacchi di panico, tanto da essere paragonata alla mindfulness e all’ipnosi. Ha avuto un grande rilancio durante la pandemia e, per tanti, è diventato un lavoro a tempo pieno.
Benvenuti nel magico mondo di Tik Tok.

“5,4 milioni di utenti in Italia di cui il 41% ha tra i 16 e i 24 anni. Parlate con i ragazzi, vi diranno che Tik Tok non è solo una piattaforma di condivisione, ma uno stile di vita.”

Disponibile in 155 Paesi con oltre 75 lingue supportate, Tik Tok è nata come app musicale, ma poi è diventata l’app video più popolare. Non bisogna pensare che non ci debba interessare perché è qualcosa con cui avremo a che fare: nel 2021 ha raggiunto ben 1 miliardo di utenti iscritti in tutto il mondo, di cui circa 5,4 milioni solo in Italia. È il settimo social network in termini di popolarità superando siti ben più noti come, in ordine di utilizzo, Facebook, YouTube, WhatsApp, Messenger, Instagram, Twitter. Ha conquistato i più giovani tanto da essere preferita ad altre piattaforme: il 41% degli utenti ha tra i 16 e i 24 anni. Parlate con i ragazzi, vi diranno che Tik Tok non è solo una piattaforma di condivisione, ma uno stile di vita. Oltre i video esistono le dirette durante le quali si può assistere a svariate forme di intrattenimento: tutorial di trucco, consulenze professionali, studenti durante le ore di lezione in classe o mentre studiano a casa, stanze di ospedale, catene di montaggio umane dentro le fabbriche, promoter di prodotti sponsorizzati o della propria arte, qualunque essa sia. E ancora, disegnatori di tutti i tipi, musicisti, deejay improvvisati con impianto ad hoc all’interno del proprio salotto, sgusciatori di uova con bisturi e pinzette, grattatori di “Gratta e Vinci”, transgender che condividono il proprio percorso clinico e psicologico, cisgender che mandano tutti a quel paese, casalinghe annoiate, disabili mentali e fisici, narcisisti, cuochi, tatuatori, addirittura videochiamate in diretta tra persone che non si conoscono e parlano, per ore. Inoltre, molte aziende puntano su Tik Tok per la comunicazione e il digital marketing. I brand, i politici, le personalità di spessore che si fanno conoscere tramite Twitter, Instagram e Facebook, dovranno avere un profilo Tik Tok efficace per poter comunicare con la popolazione del futuro.
In un mondo sempre più di fretta che va dritto al sodo, che vuole soluzioni efficaci e istantanee, Tik Tok, grazie alla breve durata dei video, potrebbe presentarsi come la soluzione comunicativa adatta e, chi non si adatterà, rischierà di rimanere inascoltato.
Questo è il meccanismo: una sequenza infinita di contenuti multimediali che porta a “scrollare” di continuo lo schermo senza mai fermarsi perché la curiosità porta sempre a vedere cosa ci sia dopo. Si è abbassata la soglia di attenzione ed è necessario avere contenuti sempre nuovi e diversi. Ecco perché la signorina che gorgheggiava sul microfono saluta i suoi followers invitandoli tutti ad andare “di là, andate tutti a guardare le mie ultime stories su Instagram, condividete, iscrivetevi e mettete tanti likes!”.
Da un social all’altro, senza sosta. Un vero e proprio impiego. Infatti, per molti, lo è. Tik Tok permette di guadagnare in media poco meno di 2 centesimi di euro grazie alla pubblicazione di post con contenuto sponsorizzato. Per intenderci, un video con 100 mila visualizzazioni può far guadagnare circa 1.000 euro. Esistono altri sistemi di profitto, adottati durante le dirette: l’invio e la ricezione di monete virtuali e di regali con valore monetario, acquistati all’interno della App tramite metodi di pagamento autorizzati e rappresentati con rubini, diamanti, eccetera.


Ripenso alle persone con le quali ho parlato. Chissà cosa farà ora la ragazza affetta da nanismo che imita le influencer ed elemosina regali virtuali, passando intere ore a leggere e rispondere a tutti i commenti che le arrivano.
E come starà quel ragazzo che si collega dalla stanza dell’ospedale nel quale è ricoverato suo fratello in coma e, tutti i giorni, conduce dirette nelle quali non apre bocca e inquadra il letto, mostrando ciò che non-accade? Avrà terminato la quarantena quella famiglia che accende la videocamera la mattina e la stacca a notte fonda, non censurando nulla, nemmeno i litigi violenti in seguitissime dirette? E tutte quelle persone che dicono di annoiarsi da morire e passano il tempo collegati con il resto del mondo?
Potrei continuare l’elenco, ma invece preferisco soffermarmi su un altro dato di fatto degno di approfondimento: le migliaia di persone che guardano compulsivamente queste dirette, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Tutto riconduce a un solo dato di fatto: in troppi si sentono soli anche quando sono in compagnia. Vogliono guardare la vita degli altri, paragonarla alla propria, imitarla, superarla; oppure vogliono mostrare tutta la loro quotidianità, a volte a scopo benefico e sociale, a volte perché sperano di monetizzarla e perché se non ti mostri agli occhi degli altri non esisti.
È un mondo virtuale che dirompente entra nella vita reale, quasi a volersi sostituire ad essa. È un mondo che va alla velocità della luce, fagocita tempo, sentimenti e persone, dirige la qualità della vita.

“Ma quale youtuber, io voglio fare lo streamer” dice scuotendo il capo per spostare un lungo ciuffo che vorrebbe tingere di biondo a imitazione di un tiktoker famosissimo. Ha nove anni e ha le idee chiarissime.
Saluto, e vado via. Grazie, ma per me può bastare così. Ho bisogno di camminare sull’erba a piedi nudi, toccare un libro stampato, guardare le nuvole, telefonare alla mia migliore amica per sapere come sia andata a scuola con i suoi alunni, se l’hanno ascoltata con attenzione mentre spiegava I Promessi Sposi.

Le star di Tik Tok

Khaby, all’anagrafe Khabane Lame, è un influencer e star di Tik Tok nato nel 2000, che condivide video senza audio che ironizzano sui contenuti pubblicati da altri utenti. Vanta più di 100 milioni di followers, sorpassando Chiara Ferragni e Gianluca Vacchi.

Alicia è una ragazza di 17 anni che ha cominciato a pubblicare video per noia, durante il lockdown. Un video ha tirato l’altro e il numero di followers ha raggiunto quota 750 mila, guadagnando più di 10.000 euro al giorno e portandola alla decisione di non proseguire gli studi scolastici.

Feroza, l’adolescente che ha beffato la censura parlando della repressione degli uiguri in un (apparente) video di bellezza.

Arianna è una delle nuotatrici paralimpiche migliori del mondo e nel 2019 si è aggiudicata due ori e due argenti ai Mondiali di Londra. Lo sport è la sua vita, ma questa passione viene condivisa con un’altra: i social, dove ogni giorno racconta una quotidianità piena d’amore e di amici, pubblicando foto e messaggi che incoraggiano i giovani ad affrontare la disabilità.