Un progetto di innovazione sociale che si è dimostrato vincente

È una storia di galline, un progetto di innovazione sociale. Protagonisti? Giovani, e meno giovani, che accudiscono un pollaio in provincia di Bologna, realizzato dalla cooperativa sociale Seacoop all’interno del Centro Occupazionale per disabili “La Tartaruga”.
“Nel 2015 un’agronoma che lavorava qua propose di aprire questo pollaio in questa struttura con la formula “adotta una gallina e ricevi le uova” – questa la genesi del Pollaio sociale raccontato da Simona Landi, responsabile comunicazione Seacoop. Ufficialmente aperto l’anno seguente, fu realizzato un pollaio domestico con 35 galline, costruito interamente in legno. Le prime persone che le adottarono furono le famiglie e gli operatori, ma dopo un articolo su Repubblica, nel 2018, il progetto fu conosciuto a livello nazionale”.
I veri protagonisti sono persone, tra i 18 e i 60 anni, con disabilità cognitiva che negli anni hanno imparato il lavoro e si sentono sempre più a proprio agio.
“Poco dopo l’apertura del pollaio, le domande divennero spropositate e per questo lo abbiamo raddoppiato: 85 galline e una lista d’attesa di circa 100 persone. Negli anni abbiamo depositato il marchio, sia figurativo che nominale, ed è coperto da diritto d’autore. Abbiamo pensato di replicare il progetto ed altre realtà sociali ci hanno contattato per aprirne altri in quattro città, Brescia, Villa Verucchio (Rimini), Cesena e Forlì. Stiamo creando una rete”.
Dopo Il giro d’Italia, il Gambero Rosso, la RAI, ospiti a I soliti Ignoti il progetto è diventato “famoso”. Un progetto inclusivo e green, rispettoso del ciclo di deposizione, cioè circa 250 uova all’anno. Un’idea semplice diventata vincente. Tutti e quattro i pollai hanno liste di attesa e un requisito fondamentale: aprire un pollaio sociale significa disabilità, anziani, scuole, ragazzi svantaggiati che si occupano di qualcosa all’interno del progetto.

“Offriamo l’opportunità di adottare una gallina, noi pensiamo al suo accudimento, l’utente deve solamente venire a prendere le sue uova fresche e sane”

Il pollaio sociale crea una relazione di confidenza tra utente finale e ragazzi. Molte persone non avevano idea di dove fosse il pollaio, sapevano solo che avrebbero ritirato uova da galline sane. “Il Centro Occupazionale La Tartaruga offre l’opportunità di adottare una gallina, noi pensiamo al suo accudimento, l’utente deve solamente venire a prendere la sua confezione di uova fresche e sane – parola di Daniela Balladelli, coordinatrice del centro.
“Quando hanno conosciuto i ragazzi è cambiato il loro modo di approcciarsi. Hanno iniziato a confidarsi, venire con le proprie famiglie, chiedere di loro, anche un semplice “come stanno, come va”. Una relazione e incontro continuo che ha creato familiarità.
I ragazzi sono gratificati da queste persone per il lavoro che fanno: cura delle galline, cura del pollaio, cura delle uova che vengono consegnate. “Le tue uova sono buone” è impagabile. Da persone che di solito sono oggetto di cura degli altri…è cambiato il punto di vista: ci sono 24 ragazzi alla Tartaruga e praticamente tutti dedicati al pollaio, alla pulizia delle uova, alla consegna, al confezionamento”.

La Tartaruga nasce nel 1990 a gestione pubblica ad Imola per attività di assemblaggio laboratoriale. Nel 2004 Seacoop è subentrata a gestire tale centro, ambito agreste che ha sviluppato agricoltura sociale, laboratori di ceramica, carta riciclata, serigrafia e pollaio sociale. “Etica e rapporto con la natura sono fondamentali per noi. Coltiviamo prodotti facilmente trovabili sul nostro sito web e social, ordinabili e ritirabili direttamente qui. Abbiamo orti sociali, dedicati ad esterni che vengono a coltivare il proprio “pezzo di terra” e anche lì c’è un forte rapporto coi ragazzi. Oltre a questi abbiamo attivato il progetto di “orti rialzati” dedicati alle persone fisicamente disabili che in carrozzina possono occuparsi del proprio orto e dei prodotti che coltivano”.
Infine ci sono loro, Arianna, Simone e Armando, conosciuto come “Mandi”. Tre ragazzi che tutti i giorni, insieme agli altri ragazzi, hanno i propri turni per dare da mangiare alle galline, confezionare le uova insieme agli operatori e pulire il pollaio, una cosa per cui “Mandi” è bravissimo, parola sua e non solo.
Questi ragazzi amano il loro lavoro, sono felici di sentirsi parte di un gruppo e avere uno scopo: “siete bravi” e “fate bene il vostro lavoro” non sono frasi di circostanza, sono la verità di un progetto e la consapevolezza che sta funzionando.