Un “povero sognatore” a capo di una delle maggiori flotte del panorama italiano

Ecoline nasce formalmente a Cesena ma in realtà “in giro per il mondo”.
Gianfranco Boschi, fondatore e direttore generale dell’azienda, ha iniziato offrendo servizi di consulenza e analisi costi per aziende sparse sul territorio italiano.
“Dopo aver lavorato per gruppi imprenditoriali in Italia ed all’estero, mi prendo un piccolo periodo di pausa e vado a fare del volontariato. A inizi duemila, prima in una cooperativa a Cesena e poi a Milano, non vedevo una ricerca di lungo periodo e di ampliamento dei servizi che venivano offerti. Parlai con la dirigenza della cooperativa e proposi di dare una maggiore visione imprenditoriale preparandogli un business plan”.
Aprì un dialogo di collaborazione e consulenza confrontandosi con comuni e aziende municipalizzate: “Iniziai a presentare le mie idee a febbraio, investendo su me stesso, senza alcuna retribuzione, e spinsi molto su servizi pubblici relativi al lato ambientale e di Global service ad aziende del settore energia e amministrazioni pubbliche, passando da manutenzioni tecnologiche, impianti a gestione dei parchi mezzi oltre a servizi ambientali e verde e in poco più di un anno le iniziali 40 persone erano diventate 440”.
Negli anni a seguire la cooperativa aumentò il numero dei servizi e dipendenti, oltre all’ottenimento di un utile che venne distribuito tra soci lavoratori e dipendenti e parte di questo investito nella costruzione di strutture utili alla cooperativa ed ai soci svantaggiati.
“Ecco perché proponemmo a dei professionisti di gestire i loro parchi veicolari: manutenzioni preventive, lavaggi, check-in. Vennero quindi preparati dei pacchetti di gestione omnicomprensivi che la cooperativa offriva. Iniziò un nuovo business: tutta la Romagna, parte della Toscana e del Veneto dove si riuscì, sempre nel settore ambientale, ad ottenere anche la manutenzione dei cassonetti. Oramai, creati dei veri e propri format di gestione dei servizi, mi allontanai dal contesto cooperativo”.
Il 2006 rappresenta un anno cruciale: il consulente diventa impresa.
“Decisi di mettermi in proprio, fare il consulente per aziende del settore in tutta Italia, prima con HERA, poi con alcune di Torino, Mestre, Porto Gruaro, in alcune municipalizzate in Puglia, nelle Marche e in Sardegna, oltre che in alcuni paesi europei. Viaggiando vedevo le differenze di gestione ambientale e notavo una ciclicità, ovvero metodi che in aree finivano, in altre iniziavano.
Creai un business utilizzando mezzi e materiali di un’area che variava metodo di raccolta spostandoli in altre che iniziavano e viceversa”.
E così nacque B&G Ecoline. Una piccola azienda che partì con solo due dipendenti e tremila euro di budget, fatturando il primo anno un milione di euro con un piccolo utile, ed il secondo cinque milioni con utili altissimi. “Una crescita così esponenziale comportò, nel 2009, l’assunzione di alcune persone e la trasformazione della ragione sociale in B&G Srl. E da lì è iniziata l’avventura”.
Green economy: cosa significa per B&G?
“Si è iniziato andando a conoscere aziende del settore automotive e centri di progettazione di tecnologie relative a sviluppo di veicoli elettrici e a basso impatto ambientale in Italia e all’estero. Constatai che l’elettrico, durante il ventennio precedente, veniva utilizzato per recepire contributi, finanziamenti a fondo perduto e visibilità ed in realtà i progetti e i veicoli non erano in buona parte funzionanti.
Mi rapportai con un ex direttore Piaggio, che si era trasferito in Inghilterra per fondare una startup per studiare quello che erano i reali bisogni degli utenti e modificare veicoli elettrici usati con progetti e materiali di qualità: fu un’esperienza per me illuminante. Non è un caso se l’Inghilterra oggi lavora fortemente sulla trasformazione di veicoli da termico ad elettrico.
Decidemmo quindi, con investimenti minimi e con la costruzione di un’officina interna all’azienda, di acquistare veicoli usati per apportare migliorie e aggiornamenti: una strategia che ha avuto successo. Ancora oggi sono in utilizzo e non riscontrano problemi.”

Il settore continua ad essere contaminato dai contributi pubblici: lo sguardo verso l’Oriente ed in particolare la Cina è stato necessario. “Abbiamo visitato molte aziende cinesi e acquistato mezzi e parti tecnologiche per sperimentarli e studiare eventuali migliorie. Abbiamo verificato durante le nostre trasferte che tecnologicamente, nel settore ed investimenti, sono 10 anni avanti al resto del mondo: prendiamo ad esempio i sistemi di ricarica, il mese scorso Stellantis (Fiat, Peugeot, Citroen) ha presentato un esperimento sulla A35 di 1 km di strada predisposta per ricaricare ad induzione i veicoli elettrici… in Cina già 6 anni fa è stato realizzato un tratto di 700 km di strade foresi con questo sistema ma con la presenza di un sistema che permette di produrre energia elettrica totalmente green attraverso dei pannelli solari posti sopra a lampioni.
Alcuni prodotti arrivati cinque anni fa dalla Cina avevano qualità e tecnologie ottime, minimo due step sopra ai nostri. Abbiamo guardato e comprato alcuni di questi veicoli ma la burocratizzazione in merito ad omologazioni a livello europeo rallentano i processi di messa, contrariamente a Canada e Stati uniti dove circolerebbero da anni”.
La Cina e le differenze con l’Europa: “Stranamente i cinesi non sono più quelli di una volta: anni fa il presidente Xi Jinping cambiò completamente il modus operandi, iniziarono a lavorare concentrandosi più sulla qualità e non solo sulla quantità. Un cambio radicale sulla politica economica cinese ed estera.
Purtroppo ancora oggi in Europa viviamo un mercato drogato da burocrazia e mancato coordinamento per crearne uno, invece, forte e conveniente. Le case costruttrici propongono prezzi riguardanti il green, veicoli e infrastrutture, fuori mercato, un po’ perché maggiorati di un buon 200%, un po’ perché ancora artigianali e per la volontà di riattivare il meccanismo perverso dei contributi statali a coprire le differenze di prezzo proposto fra veicoli termici ed elettrici”.
Ecoline crede però fortemente in questo settore: hanno cambiato gradualmente il parco veicolare degli utilizzatori in base alla convenienza dei partner, quindi non per un beneficio prettamente aziendale ma per un beneficio comune.
“Abbiamo progetti di green mobility iniziati in Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna, e puntiamo nei prossimi quattro anni, al netto di carenza di materie prime dovute alla crisi globale e conflitti, al cambiamento di tutto il parco veicolare escluso il lungo raggio, cioè pari all’85%, con veicoli di nuova tecnologia, idrogeno, elettrico e/o ibrido. Già oggi Il 99% dei nostri veicoli è a bassa emissione, tutto Euro 6d minimo, poi ci sono gli elettrici. La nostra è una scelta controtendenza perché rinnoviamo spesso i veicoli, ogni tre o quattro anni, rispetto ai competitor che mantengono i veicoli fino a quando resistono.
Questo sarà il nostro obiettivo, ma non ci arriveremo da soli se la politica non apre strade ma crea lacune dividendo i settori”.
Ecco, quindi, la teoria “dei pazzi”, come diceva Leonardo Da Vinci “Se non sei pazzo non puoi volare”.
“Per questo i nostri obiettivi vorremmo raggiungerli con i nostri partner/clienti portando non solo forniture ma offrendo soluzioni e anche possibilità di partecipare al lavoro necessario per sviluppare un sistema green ed economicamente vantaggioso e sostenibile.
Ripeto, noi non abbiamo clienti, abbiamo partner ed è per questo che le specificità, le competenze, le professionalità che troviamo le utilizziamo per rendere al massimo lo sviluppo di questo. Abbiamo trovato gruppi ed aziende aperti a tutto ciò soprattutto nel settore del sociale in Toscana e Sardegna”.
Il “povero sognatore” Gianfranco Boschi crede che la coprogettazione e cooperazione sia una ricchezza, sia nel sociale che nelle aziende: “Oggi collaboro con i maggior costruttori presenti sul mercato con l’obiettivo di coinvolgere maggiormente gli utilizzatori nel progetto. Essere protagonisti e allo stesso tempo co-protagonisti di un’economia circolare nel settore dell’igiene ambientale, attraverso il noleggio e la commercializzazione di mezzi, attrezzature e prodotti è il futuro di Ecoline”.
Qui lo lancio come messaggio ad i lettori: “Coinvolgeteci nei vostri progetti per creare nuove partnership in tutti gli ambiti dell’automotive e servizi per dissipare dubbi relativi ad un cambiamento e miglioramento delle vostre flotte aprendo dialoghi costruttivi”.

Ecoline

B&G Ecoline opera nel settore dell’igiene ambientale e della mobilità attraverso il noleggio e la commercializzazione di mezzi, prodotti e attrezzature. Attualmente è una delle maggiori flotte del panorama italiano e la conoscenza del settore e il confronto costante con i clienti hanno permesso di sviluppare servizi mirati alle esigenze di privati e amministrazioni che si occupano di raccolta rifiuti e mobilità.