La storia dei Tercon: una conferma che gli autistici non sono giocattoli rotti ma persone con talenti differenti

Una diagnosi di autismo può essere una condanna, ma anche una presa di coscienza della propria condizione da cui ripartire per vivere la propria vita. Damiano Tercon è un ragazzo grande, grosso e con pochi amici perché ama passare le sue giornate facendo cose che gli altri ragazzi non capiscono, come fissare il turbinio vorticoso della lavatrice o giocare per ore con i coperchi delle pentole di sua nonna, o cantare lirica. La sua è una storia emblematica nell’Italia che considera le persone autistiche giocattoli rotti da aggiustare e non persone con talenti differenti dagli altri.
Fino a 23 anni Damiano è stato considerato semplicemente un disadattato, uno studente svogliato e non all’altezza degli altri. Bullizzato ed emarginato dagli amici e dal sistema. Solo dopo che, con grande tenacia e sforzo, la famiglia ha ottenuto una diagnosi è iniziato il cammino della sua vita, anche se la società ha continuato a considerare Damiano una persona non adeguata a vivere i propri sogni. Damiano oggi ha 40 anni e si appresta ad andare a vivere da solo. Punto costante di riferimento è stata la famiglia ed in particolare la sorella Margherita con la quale ha iniziato un percorso artistico e d’intrattenimento che li ha portati a fondare il gruppo dei “Terconauti” (oltre i due fratelli anche Philipp Carboni fidanzato di Margherita) che in pochi anni è diventato un vero fenomeno mediatico. La realtà, dietro alle luci della ribalta, però è quella di un ragazzo che solo grazie alla famiglia ed alle relazioni personali sta trovando la sua strada e costruendo il suo futuro.
“Ho iniziato a capire cosa fosse l’autismo solo dopo la diagnosi. Per me è un modo diverso di vedere il mondo e di comportarsi. Una volta veniva definito un universo a parte, oggi per fortuna l’autismo è considerato parte di questo mondo e tutti stanno cominciando a vedere la verità. Da piccolo volevo fare il tecnico elettricista, accendevo e spengevo di continuo le luci delle stanze, una delle mie passioni (che ho ancora) sono le caldaie e gli aspiratori. Vado sempre a controllarle e a sentirne i rumori. Sono capace di replicare i vari suoni che fanno. Ma il mio grande amore è il canto lirico. Mi è sempre piaciuto cantare e a 25 anni ho deciso di prendere lezioni di canto. Il mio maestro mi ha detto che avevo una bella voce basso-baritonale e così ho iniziato a studiare canto lirico..e sogno di andare a Sanremo”.
Margherita è la sorella di Damiano: “oggi gran parte della società comprende la condizione degli autistici perché queste persone hanno imparato ad esprimersi meglio, a raccontare la propria essenza con grande onestà e con linguaggi innovativi. Purtroppo dobbiamo riconoscere che ancora oggi le persone autistiche vengono emarginate ed escluse. Una delle maggiori difficoltà che incontriamo quotidianamente è quella di trovare persone che vedono Damiano come malato e disabile e non come uomo”.

“Dicevano che ero inferiore, mi chiamavano mongoloide. Un giorno mi hanno anche rotto il naso”


La vita, in questa situazione, non è facile: “quando ero piccolo non avevo amici e facevo una grande fatica a socializzare. A scuola mi prendevano in giro, mi bullizzavano e, a volte, mi massacravano di botte. Dicevano che ero inferiore, mi chiamavano mongoloide. Un giorno mi hanno rotto il naso e chiuso a chiave dentro l’armadio dell’aula mentre prendevano calci l’armadio con me dentro. Le volte che ho reagito alle botte, sapete cosa mi dicevano? ‘Su Damiano, stiamo scherzando’. In quei momenti io pensavo solo alla musica. Chiudevo gli occhi, mi immaginavo la melodia e mi rifugiavo nella mia isola felice”.
La sorella Margherita conferma le difficoltà: “le scuole superiori per mio fratello sono state un vero disastro. Damiano, purtroppo non è stato riconosciuto come autistico fino a 23 anni. Tutto il percorso scolastico lo ha fatto senza diagnosi. In quegli anni non si parlava di autismo in Italia. Gli stessi professori lo accusavano di non concentrarsi, di non studiare, di essere un lavativo, lo hanno addirittura invitato caldamente a lasciare la scuola. Il risultato è che poi non gli è stato possibile conseguire il diploma, che si sarebbe ampiamente meritato”.
Damiano aveva 23 anni quando ha avuto la diagnosi. Anzi – come lui tiene a precisare – a 22 anni a 2 mesi. Racconta così il suo dialogo con il medico: “la dottoressa mi parla e mi dà la diagnosi. Mi dice che sono autistico/asperger e mi racconta nel dettaglio come sono io… Ci rimango malissimo e dentro di me mi dico: oh no, adesso non potrò più essere adulto, fare le cose da adulto, non portò più lavorare, sposarmi, avere dei figli, mettere su casa, essere indipendente. Quindi con grande coraggio rispondo alla dottoressa che se io sono autistico bisognerà farmi guarire da questa malattia. Io pensavo di essere autistico a causa del bullismo subito a scuola e volevo guarire. La dottoressa mi guarda e mi dice che sono autistico dalla nascita ed io subito rispondo che è impossibile, e lei mi ribatte che autistici si nasce non si diventa. Per un po’ di tempo ho continuato a pensare che ero autistico a causa della scuola, poi con il tempo, ho capito”.

“Soprattutto vorrei lavorare normalmente e senza la borsa- lavoro da invalido”


Il rapporto con l’autismo varia da momento a momento. “Spesso non vorrei essere autistico perché le persone mi giudicano per questo. Altre volte invece mi dà delle capacità particolari o non mi ostacola. Quando ero un bambino piccolo mi permetteva di stare fin troppo da solo e di rimanere infastidito dal mondo esterno. Mentre adesso è l’esatto contrario per merito di tutte le terapie che ho fatto. L’autismo mi costringe a parlare con i muri, gli oggetti e le cose, e se necessario anche a sgridarli quando mi fanno arrabbiare: per esempio vado a sbattere contro il muro, io non mi arrabbio con me stesso ma con il muro, sgridando e rimproverando l’oggetto o il punto. L’autismo ogni tanto mi fa prendere delle fissazioni che sono capace di portarmi avanti per degli anni o, come succede negli ultimi tempi, dei mesi oppure, come succede negli ultimi giorni, dei giorni. Alle volte vorrei essere come tutti, un tuttofare. Vorrei essere anche un presentatore. Ma soprattutto vorrei lavorare normalmente e senza la borsa-lavoro da invalido. So che l’autismo ha anche dei lati positivi: ad esempio io conosco tantissima musica e so a memoria l’origine e le declinazioni di centinaia di cognomi. Allo stesso tempo so che posso sempre migliorarmi e superare i miei limiti e che grazie all’autismo io non penso che molte cose che gli altri reputano impossibili, siano poi così difficili da realizzare”.


Margherita racconta un sogno che è diventato realtà: “la nostra storia nasce alcuni anni fa quando io ero a Dublino per studio. Mio fratello mi scrisse una mail per chiedermi se volevo aiutarlo a realizzare il suo sogno: diventare un vero cantante lirico ed esibirsi in pubblico. Tutti lo scoraggiavano, ma con l’ostinazione tipica della sua sindrome si era messo in testa quel progetto e aveva pensato a me come alleata. Io mi sono resa conto che mentre io avevo fatto la mia strada, lui era ancora a casa con i miei senza lavoro, senza prospettive. E gli ho risposto sì, ti aiuto! Quando abbiamo iniziato a fare i primi video insieme, Damiano ha ritrovato il sorriso. Ha trovato degli amici, un modo di comunicare con il mondo. Per la prima volta nella sua vita, lui aveva delle possibilità. Da quel momento è iniziato un viaggio entusiasmante che porterà Damiano a vivere da solo in maniera indipendente…almeno ci stiamo provando”.
Un viaggio pieno di aspettative: “tra poco abiterò in un mio appartamento. Sono molto emozionato e curioso e sto cercando di prepararmi. Per ora ho fatto la lista di tutto quello che mi servirà in cucina, nel bagno e nella camera da letto. Vorrei essere un buon vicino di casa e che gli altri fossero buoni e mi trattassero bene come adulti”.

I Terconauti: video web, tv, teatro, fumetti e libri

I fratelli Damiano e Margherita Tercon insieme a Philipp Carboni sono un trio artistico che si esprime tramite video web, tv, teatro, fumetti e libri. Seguitissimi sui social per la loro simpatia e carica, hanno una pagina Facebook (Terconauti – Damiano e Margherita Tercon) che conta oltre 150mila followers, Instagram con 70mila e TikTok oltre i 45mila followers. La loro esibizione a Italia’s Got Talent e, successivamente, Tu Si Que Vales ha lasciato il segno, togliendo all’autismo quel velo di pietismo che di solito ricopre l’argomento. Hanno pubblicato per Mondadori il libro “Mia sorella mi rompe le balle – una storia di autismo normale”, hanno anche prodotto alcune canzoni, l’ultima nell’estate 2021 “Ballo Pessimo”.